Pistoia capitale italiana della cultura 2017

È stata una sorpresa per la stessa Pistoia. La città toscana più vicina a Porretta, con cui intrattiene intensi e cordiali rapporti di buon vicinato, è stata scelta dal Ministero dei beni culturali come capitale della cultura in Italia per il prossimo anno 2017. Pistoia si è imposta su un gruppo di “finaliste” di livello culturale altrettanto alto, quali Aquilea, Como, Ercolano, Parma, Spoleto, Taranto, Terni e Pisa. Da tutte, tanti complimenti alla vincitrice, anche da Pisa che, già finalista per ben tre volte, sperava di ottenere finalmente il podio più alto. Ma la città della torre pendente è arrivata seconda, in una gara dove solo chi vince riceve dal Governo un milione di euro.

Il ministro Franceschini, in diretta streaming, ha prima accennato al sistema bibliotecario pistoiese e, poco dopo, ha dato l’annuncio: “Pistoia sarà capitale della cultura italiana come riconoscimento alle sue proposte”. I benefici si estenderanno anche ai dintorni, ad esempio lungo la “strada ferrata” che dal 1864 porta a Porretta Terme. Nei paesi di questo percorso è già attivo il “Progetto T” che per tre anni prevede spettacoli teatrali e l’allestimento di un vagone teatro, capace di trasformarsi in palcoscenico ed in tribuna per il pubblico. 

E sempre, in tema cultura, Pistoia può ostentare orgogliosa l’ancor giovane biblioteca San Giorgio. NeI 2015 è stata scelta dalla Reading and Writing Foundation, con sede a L’Aja, per rappresentare l’Italia nel programma internazionale Public Libraries 2020, quale luogo dove si afferma la nuova cittadinanza europea, nel segno della condivisione e del rispetto delle differenze. In effetti, la San Giorgio è una delle più belle, moderne, attrezzate e funzionali biblioteche d’Italia. Ogni giorno, un migliaio di persone varca la porta d’ingresso: chi per leggere, chi per navigare in internet, chi per una presentazione, chi per un convegno. Alcuni entrano anche solo per dare un’occhiata ai giornali (ce ne sono da “destra” a “sinistra”), altri per ritrovarsi, magari per un caffè. Perché la San Giorgio è un luogo non solo di sosta, ma pure d’incontro, nella grande aula centrale con tanto di aiuola ed albero al centro; oppure sulle terrazze esterne, con tanto di vista sul campanile del duomo e sulla cupola della Madonna, emblemi di prima grandezza. I giovani sono i clienti più affezionati. Poi c’è la storica Biblioteca Forteguerriana, con la storia negli scaffali, uno scrigno del sapere con le più preziose carte e testi. 

D’altronde, è un successo quasi preannunciato. La città è stata incoronata Social business city (prima in Italia, quarta nel mondo) dal premio nobel per l’economia nel 1912, Muhammad Yunus, mentre nel 1913 il Cnel ha evidenziato che il territorio pistoiese è il quarto in Italia per il maggior tasso di coesione e potenziale di integrazione sociale. Recentemente ha stipulato un patto di collaborazione diretta con Santiago de Compostela, la città spagnola, capoluogo della Galizia - dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1985 e, nel 2000, capitale europea della cultura - dalla quale ebbe una reliquia di San Giacomo apostolo e venerato dal lontano 1145. Non a caso dal quel secolo XII un cammino iacopeo lega Santiago a Pistoia, itinerario che ai pellegrini aggiunse mercanti, ricchezze ed arte. In cattedrale, uno straordinario altare d’argento scolpito è simbolo di tanta fede, ricchezza e splendore. Chi oggi viene a Pistoia dal nord e dal sud Italia, allo svincolo dell’autostrada del Sole con la Firenze - mare, trova come biglietto da visita l’incantevole chiesa di Giovanni Michelucci, altro pistoiese di prima grandezza, che assomiglia ad una nave che guida ad un porto sicuro.    

Quanto poi alle sue eccellenze, Pistoia è tra le prime città del romanico in Italia, con molte splendide pievi, la città dei pulpiti (romanici e gotici) e la “città degli organi”, realizzati dai Tronci e dagli Agati; è la città che, per ampiezza e maestosità ha la terza cupola, quella del santuario della Madonna, più grande d’Italia. Ed a farle corona, ci sono i vivai che le danno titolo di “capitale del verde”.

 Soddisfatti, anzi orgogliosi, il sindaco Samuele Bertinelli e l’assessore alla cultura Elena Becheri. Avevano inviato al Ministero un dossier di sessanta pagine, con dentro i progetti vincenti. In primis, la riqualificazione dell’ormai dismesso ospedale del Ceppo e del sistema museale delle biblioteche, ma ancora di più il progetto di una grande mostra nazionale dedicata a Marino Marini, uno dei massimi scultori del Novecento mondiale. A dare man forte ci saranno inoltre i Dialoghi sull’uomo (una ricca serie di incontri d’antropologia, sull’attualità e problematiche contemporanee con le più alte personalità intellettuali del settore via via prescelto) il noto Festival blues, la riqualificazione delle mura medioevali e tanti percorsi pedonali. 

 

 “In cultura - sottolinea Bertinelli - investiamo il doppio rispetto alla media nazionale. I nostri progetti sarebbero andati avanti anche senza il milione di euro. Abbiamo ancora gran parte del 2015 per metterepunto e migliorare ogni cosa”. E la città, che tutta insieme aveva sostenuto la candidatura, ovviamente, è tutta concorde: Provincia, Diocesi, Camera di commercio, Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia e Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia, hanno lavorato all’unisono ottenendo anche per questo l’ambito rcinoscimento. “Ciò che ha determinato la vittoria - ha commentato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi - è stato il fatto di aver presentato progetti convincenti e duraturi”. Come dire esemplari per sempre.